Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde è un racconto lungo o romanzo breve che racchiude in sé tanti stili: gotico, misterioso e noir, d’avventura, di psicanalisi. Pubblicato nel 1886 da Robert Louis Stevenson, si colloca in piena rivoluzione industriale londinese, in un contesto di frenetico sviluppo economico ma anche di abbrutimento e allontanamento dal vivere semplice e naturale, conseguenza dello sviluppo delle metropoli. Questi rapidi cambiamenti economici e sociali crearono paura verso la loro origine: il progresso scientifico. La scienza venne considerata misteriosa e pericolosa quasi come la magia, piuttosto che portatrice di conoscenza e di benessere. In questo clima generale di diffidenza trova terreno fertile Lo strano caso che, sullo scaffale degli horror, fa compagnia ai suoi fratellini citati nei post precedenti. Compagni di mensola sono i romanzi gotici del Settecento, come Il castello di Otranto di Horace Walpole, Il monaco di Matthew Lewis, Il confessionale dei penitenti neri di Ann Radcliffe. Mentre questi romanzi più antichi hanno ambientazioni esotiche, i loro discendenti ottocenteschi prendono luogo in contesti molto più comuni e verosimili e per questo più inquietanti, ovvero la metropoli trasformata dalla rivoluzione industriale.
La storia in sé è arcinota: un dottore rispettabile sbarella e comincia a fare esperimenti strani, trasformandosi in un mostro. No! Non è così semplice.
Il dottor Henry Jekyll conduce degli esperimenti segreti nel laboratorio di casa sua, ricavato da una vecchia aula di anatomia appartenente al proprietario precedente, un medico. Jekyll è ossessionato dall’idea di poter separare il Bene e il Male nell’animo umano, (mi viene da pensare al Visconte dimezzato di Calvino). Jekyll è ossessionato perché sofferente ed oppresso dalla necessità sociale di comportarsi adeguatamente, gentilmente, rispettabilmente, responsabilmente. Il suo obiettivo è liberare il genere umano per mezzo di un medicinale capace di far predominare uno solo degli elementi della personalità. L’esperimento va a buon fine e il dottore si trasforma, provando un senso di entusiasta sorpresa; è come se non avesse più il peso della morale e della coscienza, può godere della libertà che ha sempre desiderato ma a cui ha dovuto rinunciare per i suoi doveri accademici e deontologici. Quando diventa il signor Hyde, si sente finalmente libero di fare ciò che vuole, dando retta solo ai propri desideri e concentrandosi su sé stesso e sul suo divertimento. La trasformazione non è solo interiore ma anche fisica; Jekyll assume delle sembianze diverse e non si riconosce, ciò gli fa percepire un distacco da sé ancora più netto e liberatorio. I problemi nascono quando il signor Hyde si prende troppe libertà, facendosi anche notare dagli altri abitanti di Londra, che cominciano ad associarlo a Jekyll, gettando ombre sulla sua integrità visto che dà appoggio ad un simile scellerato. Il crollo avviene quando Jekyll diventa consapevole della falla nel suo esperimento, ovvero egli non è padrone delle trasformazioni e sempre più spesso Hyde prende il sopravvento su di lui anche senza la medicina. Le due persone si odiano a morte a vicenda, Hyde non ha intenzione di sparire, anzi mostra un fortissimo attaccamento alla vita, cosa che in Jekyll ispira perfino un senso di pena. Vista da fuori, l’intera faccenda è nebulosa come le strade di Londra, non si capisce perché un estraneo diventi in così breve tempo amico del dottor Jekyll. Per questo motivo, lo scorbutico ma scrupoloso avvocato Utterson si incarica di far chiarezza sugli strani fatti che accadono intorno ai due signori, Jekill e Hyde.
La prima volta che si parla di Hyde è per raccontare che egli, camminando precipitosamente per strada, non si accorge della presenza di una bambina e ci passa sopra calpestandola; è un episodio semplice ma che mi ha sempre fatto paura. E non sono la sola, se consideriamo l’impressione che dà di sé il protagonista:
Nel suo aspetto c’è qualcosa che non torna, qualcosa di sgradevole, di ignobile addirittura. Non mi è mai capitato di incontrare una persona che mi abbia mai comunicato una simile, istintiva ripulsa. Ci deve essere qualcosa di deforme in lui e, anche se non saprei localizzarla, in quella figura si avverte un’anomalia. E’ un essere dall’aspetto sconcertante e tuttavia non si riesce a cogliere nulla in lui fuori dall’ordinario.
Utterson vuole fare chiarezza e manifesta tutta la sua determinazione pronunciando il mio gioco di parole preferito di sempre (rende in inglese):
If he be Mr. Hyde, I shall be Mr. Seek
Da Hide and Seek, il gioco del nascondino.
Quando Jekyll si rende conto di ciò che ha fatto, scrive:
Ho attirato sul mio capo una punizione e un pericolo che non posso confessare. Sono il più abietto dei peccatori, ma anche il più sciagurato dei sofferenti. Non avrei mai creduto che su questa terra potessero albergare pene e terrori così disumani…
La sua disperazione mi sembra tanto simile a quella della creatura di Frankenstein.
In questo scenario di dannazione, stranamente i film ispirati al romanzo sono spesso comici. L’unico che ho visto è molto discutibile e si intitola Mary Reilly con Julia Roberts e John Malkovich. Mary-Julia è la domestica di Jekyll-Malkovich e tutta la storia è raccontata dal suo punto di vista. A parte questo stravolgimento notevole, devo ammettere che l’ambientazione è realistica e Malkovich rende bene i sentimenti di Jekyll e l’egocentrismo edonistico di Hyde. Tagliate tutto ciò che riguarda Julia Roberts, che è completamente fuori luogo, e sarebbe venuto fuori un film niente male, perchè John Malkovich in certe scene è inquietante al punto giusto.